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SEZIONE DELLA MOSTRA
  
STUDIOSI E LIBERTINI
IL SETTECENTO NELLA CITTÀ DI GIORGIONE. FRANCESCO MARIA PRETI
 
IN MUSEO CASA GIORGIONE
 
Nelle sale le teorie di Rizzetti sulla percezione del colore – antesignane a quelle di Goethe e in coraggiosa e libera opposizione alle tesi newtoniane, accolte in tutta Europa con sudditanza e reverenza - portano a ricordare il colorismo tipico dell’arte veneta fin dalle radici bizantine: Giorgione, influenzato dalla correnti millenaristiche del tempo, ne diventerà a inizio Cinquecento il più innovativo interprete, rendendo il colore e il dato naturale centrali nelle sue opere; mentre Canova, due secoli più tardi, lo userà nelle sue sculture per rendere di “vera carne” dee ed eroine come la Maddalena penitente, ricordata dal bellissimo gesso della Gipsoteca di Possagno esposto nell’occasione.
Allo stesso modo, riconnettendosi ai richiami iconografici del giorgionesco “Fregio delle Arti Liberali e Meccaniche”, la mostra, tra documenti, sculture e strumenti antichi, darà conto degli studi di aritmetica, geometria e astronomia di Jacopo Riccati e del figlio Vincenzo e dei loro interessi per l’idraulica, la religione e le lettere, ma anche delle ricerche di musica e medicina condotte da Giordano Riccati - virtuoso di violino, clavicembalo e altri strumenti, attratto da problemi di acustica e teoria musicale - e di Antonio Galletti, che si interessa di musicoterapia.